Dahlak

Titolo: Dahlak

Autore: Gianni Roghi

Editore: Aldo Garzanti Editore, Milano

Anno di Pubblicazione: 1968²

Genere: Racconti, Ricerca scientifica, Caccia Subacquea

Collana: RB “I Rossi e i Blu”

Note: Appendice a cura di Francesco Baschieri 35 fotografie


*Questo libro é presente nella Libreria di Morgan*

Premessa :

«Il nucleo incaricato delle ricerche scientifiche e della raccolta del materiale biologico... ha svolto i suoi lavori... in gran parte con adozione di metodi diretti sia per l’osservazione, sia per la raccolta, previa documentazione fotografica... sempre in ambiente subacqueo, e per la parte rimanente con metodi indiretti, cioè con lenze, reti e tremagli, palamiti (coffe), retini planctonici, ecc. L’attrezzatura subacquea e il metodo diretto hanno consentito di condurre osservazioni di alto valore scientifico sull’habitat e sul modus vivendi di molte specie appartenenti ai più svariati gruppi biologici della fauna marina, nonché un dettagliato esame delle biocenosi marine tropicali delle barriere madreporiche. Sono stati raccolti pesci di interesse scientifico per circa 4000 chilogrammi, dei quali circa 400 conservati sotto formalina o alcool o essiccati, con uno scarto quindi di 1 a 10, cioè con criterio di elevata selezione. Sono stati raccolti esemplari di circa 300 specie di molluschi, di circa 300 specie di echinodermi, di circa 40 specie di celenterati (soprattutto madreporari e corallari), nonché un cospicuo numero di poriferi, vermi, tunicati, crostacei, oltre ad alcuni saggi planctonici di zone diverse; il tutto contenuto in 53 casse apposite e vetreria diversa. Nei momenti liberi è stata formata una collezione di crani e di uova di uccelli locali. In complesso si calcola di aver raccolto oltre 700 campioni diversi, per lo più in duplo o in triplo, risultato senza precedenti nella storia delle spedizioni scientifiche marine. Tale risultato è stato conseguito soprattutto grazie all’adozione dei metodi diretti in ambiente subacqueo... Quando tra un anno circa il materiale sarà stato dettagliatamente classificato... alla conoscenza del fondo marino sarà stato apportato un contributo importante. Come anticipazione a tale risultato, è da prevedersi la presenza di una forte aliquota di animali marini o del tutto sconosciuti o inesistenti presso Musei o non segnalati fino a oggi in Mar Rosso.»

                                              (Dalla relazione ufficiale della S.N.S., 26 giugno 1953)


Dobbiamo aggiungere alcune precisazioni:

a)le nostre osservazioni e raccolte si sono concentrate esclusivamente sull’ambiente madreporico vivo, ovvero fino a una profondità di una ventina di metri. Tutti gli animali da noi raccolti fanno dunque parte di questo habitat, fatta eccezione per alcuni pesci pelagici o costieri catturati mentre transitavano nell’habitat suddetto;

b)i lavori si sono svolti su 32 isole, penisole o secche, distribuite lungo tutta la costa occidentale del Mar Rosso e particolarmente nel Mar Rosso meridionale (Arcipelago Dahlak);

c)gli autorespiratori usati per le immersioni prolungate sono stati del tipo ad aria compressa Micro, a due bombole, di fabbricazione italiana;                                        

   

        La Spedizione Nazionale Subacquea, promossa e organizzata da dottor Bruno Vailati, è stata patrocinata dal Goggler Club Milano. È stata riconosciuta dalla Federazione Italiana Pesca Sportiva, dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano, dalla Federazione Medico Sportiva Italiana.

      È stata riconosciuta dal Ministero della Pubblica Istruzione, dall’Istituto di Zoologia dell’Università di Roma, dal Museo Civico di Storia Naturale di Milano, dall’Istituto Centrale di Idrobiologia del Ministero Agricoltura e Foreste.

        I componenti la Spedizione vogliono qui ringraziare tutti quegli Enti che, con il loro appoggio materiale e morale, contribuirono alla realizzazione dell’impresa. Ringraziamo altresì tutte le ditte e case commerciali e industriali che generosamente e graziosamente hanno fornito alla spedizione materiali e viveri, nonché i privati che hanno voluto aiutare la Spedizione con il segno della loro simpatia: signori Virgilio Cella, Silvio Ghezzi, Iginio Guagnellini, Gianni Krumm, Emilio Panzera, Renato Picollo, Ernesto Piletti, Cesare Rasini, Attilio Riva, Howard Scott. La Spedizione Nazionale ringrazia autorità etiopiche ed eritree per la calda, cordialissima accoglienza ricevuta nel loro Paese; i rappresentanti diplomatici italiani in Eritrea e in Egitto, che tanto si adoperarono a suo vantaggio; infine tutti quei connazionali in terra lontana e quegli indigeni amici che collaborarono attivamente e disinteressatamente per la riuscita dell’impresa.


La Spedizione Nazionale Subacquea partì il 28 dicembre 1952 da Napoli sulla motonave Formica di Viareggio, di 135 tonnellate, e fece ritorno al medesimo porto il 26 giugno 1953.

Di essa fanno parte i seguenti «nazionali» italiani subacquei:

Dottor Bruno Vailati, organizzatore, capo Spedizione e collaboratore sportivo.
Dottor Francesco Baschieri Salvadori, dirigente scientifico.
Ten. Raimondo Bucher, dirigente sportivo.
Enza Bucher, collaboratrice sportiva.
Dottor Alberto Grazioli, medico chirurgo.
Dottor Gianni Roghi, collaboratore scientifico e capo ufficio stampa.
Dottor Luigi Stuart Tovini, collaboratore scientifico.
Dottor Silverio Zecca, collaboratore sportivo e amministratore.

    Inoltre:

Priscilla Hastings, collaboratrice scientifica, disegnatrice.
Folco Quilci, regista del documentario sulla Spedizione.
Masino Manunza, operatore cinematografico.
Giorgio Ravelli, realizzatore delle apparecchiature fotografiche e cinematografiche subacquee, fotografo.

    L’equipaggio:

Giuseppe Solari, padrone marittimo.
Michele Mollo, nostromo.
Maurizio Solari, macchinista.
Giuseppe Fortunati, marinaio.

    Integrato a Massaua da:

Sayèd Alawi Salèh, pilota «nacuda».
Omàr Mohammèd Alì, cuoco.
Mohammèd Lugùd, marinaio.
Asgodùm Negasci, mozzo.

Una citazione da “Dissèi, Isola Bruna”:

“....Nell’ambiente tropicale marino le creature non hanno la sopravvivenza condizionata al proprio mimetismo: innumerevoli quali sono, appena una minima parte di esse viene sacrificata nella lotta per la vita. Nei mari nostri invece, non è che siano state partorite da Madre Natura solo creature mimetizzate, ma che soltanto queste, in virtù di un loro casuale mimetismo, o di mimetismo dovuto a evoluzione biologica questa sì «finalistica», si sono potute salvare nell’andar dei milioni di anni. E in parole ancor più semplici: nei mari tropicali c’è posto per tutti, la vita è pullulante di esseri, è frenetica, esplosiva, in divenire; nei mari non-tropicali è solo per i cauti, per i protetti, è pericolosa, è in lento regresso. A Ras Dogon non catturammo molto pesce per una sola ragione: ce n’era troppo. Ricordo che, fermo a cinque metri sotto, fucile in pugno, dito nervoso sul grilletto, non riuscivo mai a decidermi: quell’ombrina?, no, lì il dentice rosso, no, aspetta, il sauro, ohi, guarda là un barracuda, accidenti alle castagnole che me l’han coperto, eccolo lì, ma no, è un altro, bene adesso mi decido e sparo sul primo che mi capita: una parola, ne capitano quattro in un colpo... Quando rispuntavo a galla ero completamente ubriaco, e cercavo di riposare a lungo lo sguardo sul deserto uniforme della costa: almeno lì, la solitudine, il silenzio, la pace: sotto, maledizione, era una bolgia!”



Un immagine del volume aperto su una delle pagine (l’immagine è attiva)

                                           


Si ringraziano gli eredi di Gianni Roghi, Alberto e Tullia che hanno autorizzato la pubblicazione del materiale.


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