Titolo: La Toscana sott’acqua itinerari subacquei delle isole e della costa
Autore: Rodolfo Betti (Marò)
Editore: Nistri-Lischi, Pisa
Anno di Pubblicazione: 1968
Genere: Itinerari di caccia subacquea
Collana: Il Tagliamare
Note:
*Questo libro é presente nella Libreria di Morgan*
Dalla quarta di copertina:
RODOLFO BETTI, detto il «Marò», cominciò a fare il subacqueo in un pomeriggio di aprile del 1944 quando sull’incrociatore Pompeo Magno si intasò lo scarico della cucina. Un suo superiore, vedendo passare sul ponte una giovane recluta, gridò: « “Marò”, salta in acqua e stasa ». Da quel giorno Rodolfo Betti diventò per tutti semplicemente il « Marò ». Da oltre vent’anni la sua vita é interamente dedicata, come passione, tensione psicologica, slancio, ad andare sott’acqua, a caccia prima di tutto e poi a provare mute, fucili, bombole per conto dei maggiori costruttori. Ha anche una professione ufficiale: fa il ferroviere alla stazione centrale di Pisa. Ha vinto molte competizioni e fatto parte della nazionale italiana. Scrittore di cose di mare molto apprezzato dalle riviste del settore, si è costruito in anni di attenzione e di letture uno stile facile e immediato, imbastito di notizie pratiche: è, insomma, il cronista dei fondali più cronista di quanti se ne conoscano. Come cacciatore si è fatto una fama sperimentando una tecnica che « produce » a ritmo incessante, estate e inverno: dentici, spigole, ricciole. Ha quarantacinque anni, ne dimostra poco più della metà e vive a Pisa, quando non è sott’acqua, in via Tavoleria n° 42.
IL TAGLIAMARE. È una collana sincera. Vi darà, sempre, storie genuine e utili per mano di gran parte di quelle persone che in Italia si intendono di Nautica, praticano lo Yachting, e vivono intensamente la vita del mare. La collana comprenderà Portolani per il turismo nautico, Manuali per le piccole barche a vela e a motore, Guide per la caccia e l’attività subacquea, Libri di esperienze concretamente legate alla realtà mediterranea, le Regate, la Pesca, la Storia.
PREFAZIONE
Non ricordo quando incontrai per la prima volta Rodolfo Betti. Cosa importa? Lo conosco da sempre come da sempre conosco il mare che ci ha fatto incontrare e che accomuna la passionaccia profonda che abbiamo per lui rinserrata nel cuore. Chi va per mare il cuore ce l’ha grosso così, sì, sì proprio così....beh no, un po’ più piccoletto, mica proprio ipertrofico!...ed in un cuore grosso non possono albergare che grandi amicizie e tanta poesia fatta di lunghi silenzi sott’acqua e dello sciabordio dell’onda cheta che scherza con la risacca. Chi va per mare ha solo grandi amicizie nate dalla vista che spazia sul dorsale di una platea inviolata che scende sempre giù, verso l’azzurro più profondo, dove i silenzi di una dimensione nuova sono ritmati dal battito del cuore che batte sempre più forte. Ed è in quei momenti eterni che ci sfugge la superficie sempre più lontana. Conosco il “Marò” da sempre e la nostra amicizia è forte, come il masso granitico che rompe l’onda più violenta. La sua aria scanzonata e sorniona, i suoi entusiasmi, i suoi trionfi, la sua giovialità, l’occhio sempre allegro da vecchio sarago di porto, la sua vivacità, il suo vernacolo purissimo, la sua risata franca e gioviale; l’ho veduto in cento battaglie condotte a colpi di arpione, abbarbicato alla preda agognata, vestito di sole, di salsedine e d’alga marina, sempre tra i primi sia nell’agone che nel comportamento da vero campione che ha sempre caratterizzato la sua condotta sportiva. Parlo ancora di Betti, perché Betti è il mare sono tutt’una cosa. Allegro nel tripudio di sole d’una giornata di brezza leggera che ti porta il sapore del mare fin sulle labbra riarse da una settimana d’ufficio; truce e corruscato quando l’onda violenta batte sulla scogliera ed è raccolta dal turbine che la porta lontano, in lui sopravvive quello spirito antico di sfida all’ignoto che, fin dai primordi del tempo, ha condotto l’uomo più forte sulla strada della conoscenza facendone un antesignano del sapere. La caccia alla preda condotta in un ambiente che non è naturale all’uomo comporta un adattamento di questi all’elemento liquido non solo per i problemi fisiologici che ne derivano quanto per una psicologia ed un intuizione del tutto particolari messe in lotta contro una fauna che si muove, si difende ed a volte attacca, sempre a proprio agio ed in casa propria. Ed io penso che sia proprio questo che rende affascinante la nostra caccia subacquea e che ci offre il poker vincente ogni qualvolta arpioniamo la preda. Ed è solamente quando questa assuefazione è completa che il cacciatore diventa una piccola parte dell’immenso mare; allora la sua figura terragna ingigantisce a dismisura perché la vittoria non è solo di prede e di primati ma di trionfo sull’ignoto. Il “Marò” vuole con questo libro far conoscere al grande pubblico gli itinerari della sua pesca meravigliosa, dei suoi trionfi e delle sue battaglie fatte lì, a due passi da casa sua. Servirà a far conoscere il mare a tutti coloro che, avendolo lì, a due passi da casa loro, non se ne sono mai accorti. Penso che sia, questa sua bella raccolta di memorie, un doveroso tributo al grande, meraviglioso mare che, visto dalla nuova prospettiva, sarà infinitamente più bello perché Betti non lo ha spogliato dei suoi tramonti di fuoco e delle sue albe radiose, ma ha filtrato i loro riflessi di superficie facendoli rimbalzare sul fondo attraverso un prisma di smeraldo.
FRANCO PAPO’
Un immagine del volume aperto su una delle pagine (l’immagine è attiva)
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